Questa non è la mia faccia: Neil Gaiman

Questa non è la mia faccia è una raccolta di scritti, articoli e saggi di Neil Gaiman veramente interessante: si può scoprire molto su di lui e sull’arte di scrivere, anche su molti autori della letteratura del novecento e contemporanea di cui parla con entusiasmo e competenza.

Ma, per tornare al titolo del libro, qual’è il vero volto di un artista? Ecco di seguito la sua risposta.

Leggete i libri: ogni tanto lì riuscirete a vederci. E vedrete dèi e giullari e bardi e regine, che creano parole cantando, evocano qualcosa dal nulla, fanno roteare parole lungo i sentieri della notte.

Il viso di Neil Gaiman parla, il suo sorriso nasconde l’ironia dell’esperienza e il piacere dell’arte, ma il suo vero volto è nei libri che ha scritto, non ci sono dubbi.

Negli anni ’80 ha dato vita alla famosa serie graphic novel Sandman con protagonisti i sette Eterni, rappresentazione dei vari sentimenti umani: dal sogno al delirio, dal desiderio alla disperazione. Ha inoltre creato romanzi che possiamo considerare ormai dei classici della letteratura contemporanea per ragazzi: Coraline, Il figlio del cimitero, Stardust, Il ragazzo dei mondi infiniti.

Gaiman è un autore che predilige i temi dell’horror e della fantascienza, ma che riesce a realizzare con essi storie del tutto originali, difficilmente catalogabili in un genere predefinito. Scrive per ragazzi e scrive per adulti.

È nato a Portchester, in Gran Bretagna, nel 1960. Attualmente vive in USA, vicino a Minneapolis. Iniziò la sua carriera come giornalista, ma soltanto per andare oltre e realizzare la sua vita di artista.

SU BIBLIOTECHE E LIBRERIE DELLA SUA INFANZIA

In questo articolo vogliamo proporvi Gaiman sotto un punto di vista a molti sconosciuto, quello di bambino appassionato di biblioteche e librerie, un autentico “divoratore” di libri. È da questo bambino che è nato il Gaiman scrittore e, quasi di sicuro, se i suoi genitori non l’avessero lasciato molte volte da solo in biblioteca, mentre andavano al lavoro, la sua vita sarebbe stata diversa. Imparò già a otto anni ad amare lo schedario dei libri per ragazzi, prendendo consapevolezza di ciò che più lo interessava: magia, fantasmi, streghe e spazio.

Leggevo in maniera indiscriminata, era pura gioia, era fame. Fame in senso stretto, anche se ogni tanto mio padre si ricordava di prepararmi dei panini, che io accettavo con riluttanza […] li buttavo giù il più rapidamente possibile nel parcheggio della biblioteca, prima di rituffarmi nel mondo dei libri e degli scaffali.

Scopriamo così che Gaiman da piccolo leggeva moltissimo e, come egli stesso ci racconta nel discorso per la Newbery Medal del 2009, da cui è tratta la citazione, il suo entusiasmo contaminò i bibliotecari che gli insegnarono a chiedere libri in prestito anche in altre biblioteche, ordinando volumi per lui in tutta l’Inghilterra meridionale. Il suo mondo di piccolo lettore si affacciò all’improvviso su un mondo più vasto, in cui le letture e ciò che si può scoprire in esse diventa infinito.

Divertenti sono le righe in cui si definisce un bambino selvaggio allevato in biblioteca da pazienti bibliotecari.

Il titolo per il quale Gaiman prese la Newbery Medal nel 2009 è “Il figlio del Cimitero”, dove un ragazzino viene allevato da alcuni fantasmi che gli insegnano tutto: su ogni argomento, su materie “scolastiche” e, soprattutto, sulla vita. Un’analogia non casuale, ci sentiamo di dire. Libri e bibliotecari, così come i fantasmi del romanzo, possiedono una chiave importante: quella che apre fantasia e conoscenza, aiutando i piccoli a crescere.

Anche le librerie ebbero un ruolo fondamentale nella crescita del piccolo Gaiman, in particolare quella itinerante che forniva libri alla scuola da lui frequentata.

Quando avevo nove anni, arrivò la libreria itinerante. Sistemò libri e scaffalature in una grande aula di musica vuota e, questa era la cosa bellissima, non servivano soldi. Se compravi dei libri, finivano nel conto della scuola. Era una specie di magia. Potevo comprarmi quattro o cinque libri a trimestre, con la confortevole certezza che sarebbero finiti nelle “varie” della retta scolastica insieme al taglio di capelli e alle lezioni di contrabbasso, e non mi avrebbero mai scoperto (citazione dalla prefazione di Neil Gaiman a Shelf Life: Fantastic Stories Celebrating Bookstores a cura di Greg Ketter, 2002)

E SE … UN PICCOLO ESPEDIENTE LETTERARIO

Sapete qual è il piccolo espediente utilizzato da Gaiman per scrivere storie di fantascienza? Lui stesso ci spiega che ci sono tre frasi che permettono di scrivere il mondo che ancora non c’è. Sono frasi semplici, che iniziano così: e se … se solo … se continua così … Provate. Contengono enormi potenzialità.

Si tratta di un espediente utile per ogni genere, non solo per la fantascienza. È il caso ad esempio di “Coraline”. E se … un giorno una bambina scoprisse che dietro una porta di casa c’è un’altra casa uguale alla sua?  E se … un giorno una bambina tornasse a casa e, al posto dei suoi genitori, ci fossero altri genitori? E se … Anche noi di Scrittura Zen Genova amiamo spesso giocare con le ipotesi fantastiche.

Coraline è un romanzo horror fantasy. Il nome della protagonista nasce da un errore di battitura (che Rodari chiamerebbe errore creativo). Inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Caroline.

Da questo romanzo è stato tratto un film d’animazione intitolato “Coraline e la porta magica”, con la regia di Henry Selik.

Ma torniamo all’espediente narrativo. “E se …” offre un cambiamento, uno stacco dalle nostre vite, dice Gaiman. Di questo parla nell’introduzione all’edizione per il sessantesimo anniversario di “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, maestro indiscusso di molti scrittori.

QUESTA NON È LA MIA FACCIA

A questo punto, se volete scoprire di più su Neil Gaiman, non possiamo che consigliarvi di leggere integralmente il libro “Questa non è la mia faccia”, saggi sparsi su leggere, scrivere, sognare e su un mucchio di altra roba. Sono 500 pagine intense, appassionate, cariche di spunti, riflessioni e idee. Qui potete trovare il suo discorso alla conferenza per la Reading Agency 2013: PERCHÉ IL NOSTRO FUTURO DIPENDE DALLE BIBLIOTECHE, DALLA LETTURA E DAI SOGNI A OCCHI APERTI. Contiene anche il suo CREDO sulla libertà di pensiero e, non ultimo, il discorso da lui tenuto agli studenti all’University of Arts di Philadelphia nel 2012 – FATE UN’OPERA D’ARTE – di cui vi proponiamo alcune righe a conclusione di questo articolo.

A volte la vita è dura. Le cose vanno male, nella vita e nell’amore e nel lavoro e nell’amicizia e nella salute e in tutte le altre cose che possono andare male. E quando le cose vanno così, ecco cosa dovete fare. FATE UN’OPERA D’ARTE.

Vi invitiamo ad ascoltare l’intero discorso perché, secondo noi di Scrittura Zen Genova, è molto interessante. Ogni scrittore può attingere parole illuminanti. C’è in Gaiman ironia e saggezza.

IL VIDEO DEL DISCORSO

La foto dell’articolo è tratta da: Neil Gaiman on His Return to Miracleman, the Comic That Launched His Career (vulture.com)